Fratture vertebrali Amieliche
Le fratture vertebrali Amieliche, ovvero senza interessamento neurologico del midollo spinale, sono frequentemente seguite nella fase post-ospedaliera con trattamento fisioterapico e riabilitativo domiciliare, successivamente ambulatoriale e anche idrokinesiterapico.
Necessitano di attenta valutazione NCH (neurochirurgica).
Le fratture più frequenti sono quelle dorso-lombari.
Distinguiamo:
- fratture dovute a osteoporosi
- cedimento vertebrale a sede dorsale/lombare) nel paziente anziano
- fratture legate a trauma
- trauma diretto: impatto violento negli incidenti stradali o cadute o lesioni da colpo d’arma da fuoco;
- trauma indiretto: brusca flesso-estensione del rachide cervicale e frattura somatica cervicale (“colpo di frusta” negli incidenti stradali) o una caduta in piedi o sulle natiche con frattura da scoppio del corpo vertebrale della vertebra lombare soggetta a compressione eccessiva.
La riabilitazione è fortemente influenzata dall’eventuale coesistenza di trauma cranico e fratture in altre sedi nel paziente con politrauma.
Classificazione della frattura
- del corpo vertebrale (somatiche se limitate al corpo disco/somatiche con interessamento del disco intervertebrale
- dell’arco vertebrale (apofisarie/ lamine/ peduncoli)
- fratture totali ovvero del corpo e dell’arco vertebrale con /senza lussazione (rischio di lesione midollare).
Nei casi più gravi il trattamento neurochirurgico stabilizza la frattura.
Terapia
La riabilitazione delle fratture vertebrali, specie quelle più complesse, richiede monitoraggio medico specialistico NCH ed è condizionata dalla co-morbilità.
In linea generale, l’immobilizzazione è fondamentale per un lungo periodo (da 2 a 3 mesi) in cui è fondamentale il tipo di ortesi (collare cervicale Philadelphia o Busto ortopedico Minerva cercico-dorsale o Busto ortopedico a 3 punti) per assumere una postura seduta che comporta sovraccarico.
La riabilitazione motoria prevede quindi una fase domiciliare in cui verrà eseguita Fisioterapia Osteogenetica per accelerare la osteogenesi e riabilitazione motoria in scarico e/o con ortesi per prevenire o recupere il deficit posturale (retropulsione), spesso associato all’immobilizzazione.
Nelle fasi successive, quando la calcificazione della frattura ossea consente la rimozione dell’ortesi, inizieranno gli esercizi di mobilizzazioni passive e attive del tratto del rachide e il recupero del cammino. Inizia anche la fase ambulatoriale, con tempistiche e modalità diverse condizionate da sintomi come dolore e vertigini.
Fondamentale in una fase precoce l’idrokinesiterapia e la Fisioterapia antalgica.
In alcuni casi il dolore continua a limitare per mesi il recupero e, nelle fratture del soma vertebrale dorsale e/o lombare, può essere eseguito un intervento NCH con apposizione di materiale.