Fratture di bacino
Le principali cause delle fratture del bacino sono i Traumi Diretti (caduta a terra in casa o durante sport invernali, un colpo diretto al bacino in un incidente in moto).
Nell’anziano la fragilità ossea legata a osteoporosi causa fratture del bacino per banali cadute in casa.
La frattura del bacino, per la sua anatomia, non viene immobilizzata con apparecchio gessato e l’immobilità al letto è la principale terapia nella prima fase , per accelerare la formazione del callo osseo e favorire una corretta calcificazione.
Come in ogni frattura il carico precoce, quando non sia stato completato il processo di calcificazione, è dannoso e rischia di creare una Pseudoartrosi.
L’intervento chirurgico è necessario per riposizionare i frammenti ossei nelle fratture del bacino più complesse. Per questo motivo la maggior parte dei pazienti che hanno presentato una frattura del bacino semplice, vengono dimessi dal pronto soccorso e inviati a casa per un periodo di immobilità a letto di circa 30 giorni, a cui farà seguito un’eventuale riabilitazione motoria, dopo che specialista ortopedico avrà consentito il carico.
Diversa la situazione dei pazienti con Politrauma o con fratture del bacino complesse che necessitano di intervento chirurgico, sia al livello del bacino (stabilizzazione di monconi, frattura di acetabolo) sia al livello di fratture ossee in altre sedi. L’intervento chirurgico è necessario anche in presenza di fratture associate a:
- trauma toracico/addominale,
- trauma cranico,
- ematomi importanti che causano anemizzazioni acute, con necessità di trattare il vaso responsabile del “rifornimento dell’ematoma” in tempi rapidi con intervento chirurgico o embolizzazione.
Nel caso in cui il paziente venga dimesso con frattura del bacino semplice, oltre all’immobilizzazione sarà necessaria adeguata terapia del dolore. Esso, infatti, si presenta intenso al livello della braca ischiatica o ileo o in regione sacrale e rende difficile la mobilità nel letto e la posizione seduta a letto.
La Fisioterapia Domiciliare è fondamentale per iniziare la terapia specifica osteogenetica che ha l’obiettivo di ridurre il dolore e migliorare la formazione del callo osseo (Magnetoterapia domiciliare o Bemerterapia) e Fisioterapia Antiedemigena per trattare, con Linfodrenaggio o US, gli ematomi e l’infiammazione dei tessuti molli (muscoli, sottocute), anch’essi interessati dal trauma.
Gli esercizi motori segmentali in scarico (paziente allettato), associati o meno a elettrostimolazioni, sono necessari per trattare ipotonotrofiae, l’ipostenia degli arti inferiori, che si sviluppa a seguito dell’immobilità, e recuperare il tono muscolare in vista della seconda fase della riabilitazione, quando lo specialista ortopedico avrà consentito il carico e inizierà la verticalizzazione e il recupero del cammino.
Una volta recuperata la capacità di cammino, il paziente potrà iniziare la Riabilitazione Motoria Ambulatoriale.
Nei Traumi complessi del bacino, la valutazione medica del paziente, anche durante la fase di riabilitazione, è condotta da team di specialisti.