Artrosi

Artrosi d'anca

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’artrosi è, per diffusione, la seconda malattia dopo la cardiopatia ischemica (angina e infarto).
Entro certi limiti, nella forma a lenta evoluzione, può essere considerata un’espressione dell’invecchiamento. Tuttavia, può iniziare a manifestarsi anche a 30 anni come conseguenza di precedenti traumi o malattie.

Cos’è l’artrosi

Artrosi al ginocchio
Artrosi ginocchio

L’artrosi è una malattia cronica degenerativa delle articolazioni. Colpisce con maggior frequenza le grandi articolazioni, come anca (coxartrosi) e ginocchio (gonartrosi), oltre alla colonna vertebrale (spondiloartrosi) cervicale e lombare. Inoltre può colpire le piccole articolazioni delle le mani (rizoartrosi).
Con minor frequenza interessa invece spalle, polsi, gomiti e caviglie.

Rappresenta una delle prime cause d’invalidità dell’anziano, manifestandosi con dolore, infiammazione, rigidità articolare e limitazione funzionale (difficoltà e riduzione dei movimenti come vestirsi o camminare).

La malattia inizia come un disturbo della cartilagine, il tessuto di rivestimento dei due capi ossei dell’articolazione.

La cartilagine è un tessuto molto particolare, bianco madre perlaceo, privo di vasi sanguigni, costituito per circa 70-80% d’acqua, 10-30% da collagene e un 5-10% da proteoglicani (zuccheri e proteine). È molto elastico e resistente, in modo da permettere l’attrito e il carico delle superfici articolari.

Come si modifica l’articolazione artrosica

Artrosi mano
Artrosi della mano

La malattia inizia con la malattia della cartilagine, che diventa più sottile e disidratata. In seguito il tessuto osseo sottostante va in sofferenza, non più adeguatamente protetto dalla cartilagine.
La risposta dell’osso all’usura della cartilagine è solitamente la produzione di nuovo tessuto osseo: si formano becchi e osteofiti, ma anche cavità nell’osso immediatamente sotto la cartilagine malata.
Questo crea le tipiche deformità articolari a carico sia delle piccole articolazioni delle mani, sia delle grandi articolazioni delle ginocchia e dell’anca.

Le deformità possono essere anche a carico del rachide (i becchi osteofitici visibili con immagini radiografiche a livello cervicale e lombare).

Si possono verificare delle microfratture dell’osso, anch’esse possibile causa di dolore, ma gran parte del dolore è legato alla contrattura muscolare e alla sovradistensione dei legamenti articolari.
Questo avviene specialmente a carico dell’articolazione del ginocchio: in occasione di particolari sollecitazioni (sovraccarico dell’articolazione), si forma un versamento articolare con gonfiore del ginocchio, causato dall’infiammazione della membrana sinoviale (che riveste la cavità articolare), con dolore e ginocchio tumefatto e caldo.

II dolore è il sintomo cardine dell’artrosi, localizzato sull’articolazione colpita può essere persistente o ricorrente.
Generalmente il dolore artrosico si riduce con il riposo, tuttavia la gravità dell’artrosi non sempre è correlata con l’entità del dolore: ci possono essere forme iniziali di malattia con intenso dolore e forme gravi e avanzate con scarso dolore. La cervico-artrosi, quando è grave, può portare al restringimento del canale vertebrale causato da osteofiti con sofferenza del midollo e grave neuropatia .
La rigidità muscolare e articolare ai primi movimenti (specie al risveglio mattutino), che si riduce con l’attività, è un’altra caratteristica dell’artrosi (in particolare al livello delle mani).
Il blocco parziale o totale dell’articolazione si ha nelle fasi più avanzate e gravi della malattia. La fisioterapia, la riabilitazione e la chirurgia ortopedica (protesi articolari di anca e ginocchio), hanno cambiato l’esito invalidante della storia naturale della malattia verso l’anchilosi e il deterioramento del cammino.

Fattori di rischio

La causa della degenerazione della cartilagine che provoca la trasformazione artrosica dell’articolazione non è conosciuta. Tutto ciò che comporta un carico eccessivo sulla cartilagine articolare è decisivo per lo sviluppo della malattia.

  • L’obesità è tra i maggiori fattori di rischio, specie per anca, ginocchio e colonna lombare.
  • Anomalie congenite (o acquisite) dell’articolazione o del segmento scheletrico tali da modificare l’asse di carico dell’articolazione stessa: carico “sbilanciato” e concentrato su una ristretta area della superficie articolare, con conseguente “consumo” della stessa. Dunque le ginocchia valghe (“ginocchia a x”) o le ginocchia vare (“a cavallerizzo”) o la displasia congenita dell’anca o nella scoliosi al livello del rachide.
  • Artrosi professionali (l’uso particolarmente intenso di determinate articolazioni), per esempio le mani nei lavoratori manuali, le ginocchia negli idraulici o piastrellisti, polso in caso di uso del mouse.
  • I traumi sportivi (specie nell’attività agonistica) nello sci, calcio, basket e corsa.
  • I traumi che compromettono la geometria dell’articolazione per esempio le lesioni legamentose o fratture del menisco nel ginocchio.
  • Fattori ormonali la mancanza dell’effetto protettivo degli estrogeni è probabilmente la causa della maggior frequenza di artrosi nelle donne in menopausa, così come il danno cartilagineo nei pazienti diabetici.

Terapia conservativa

Farmaci antidolorifici analgesici

Lo scopo principale della terapia dell’artrosi è ridurre il dolore.

I farmaci antidolorifici, come il paracetamolo, con ridotti effetti collaterali, sono molto utilizzati, specie nella prima fase dell’artrosi in cui è presente il dolore, ma manca ancora la componente infiammatoria.

  • Crioterapia al livello dell’articolazione del ginocchio
  • Lidocaina in formulazione cerotto (VERSATIS)
  • Paracetamolo
  • Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS):
    • Ibuprofene,
    • Nimesulide,
    • Naprossene,
    • Ketoprofene,
    • Diclofenac.

Tutti i FANS hanno effetti collaterali di natura gastro-lesiva (gastrite, ulcera gastro-duodenale, sanguinamento).

Più recenti FANS sono caratterizzati da un ridotto effetto collaterale all’apparato gastrointestinale, ma con effetti negativi sulla funzione renale e con innalzamento della pressione arteriosa (grande attenzione in pazienti con malattie cardiovascolari).

Fisioterapia Antalgica

Fisioterapia per artrosi al ginocchio

La fisioterapia è utilizzata nelle fasi infiammatorie e di riacutizzazione del dolore della malattia, integrando la terapia farmacologica. Ha lo scopo di ridurre l’infiammazione e il dolore.

A seconda della localizzazione del processo artrosico, della fase di evoluzione o della presenza di stati contratturali, la scelta delle tecniche fisioterapiche è varia:

  • Laserterapia
  • Magnetoterapia
  • Ultrasuonoterapia
  • Crioterapia
  • Bemerterapia
  • Massoterapia

Infiltrazione articolare (Acido IALURONICO e terapia steroidea)

L’iniezione intra-articolare è una tecnica semplice con cui lo specialista ortopedico o il fisiatra, utilizza farmaci cortisonici (nelle fasi di infiammazione acuta dell’articolazione) e acido ialuronico.

L’acido ialuronico è un farmaco che ha il duplice scopo di offrire una protezione meccanica dell’articolazione (in considerazione delle caratteristiche di alta viscosità del farmaco) e di “nutrizione” locale della cartilagine.

Riabilitazione motoria

Ha grande importanza nella terapia dell’artrosi, utilizzata per conservare e migliorare la mobilità articolare, correggere gli atteggiamenti e le posture scorrette, potenziare la muscolatura contrastando la debolezza e l’ipotrofia muscolare.

Terapie termali

Presso stabilimenti termali

In Toscana:

  • Terme di Bagni di Lucca,
  • Montecatini Terme,
  • Bagni di Pisa,
  • Casciana Terme,
  • Terme di Chianciano.

Sono effettuate terapie, nella fase NON ALGICA della malattia, con i “fanghi“.

La balneoterapia, in piscina termale, permette movimenti articolari in “assenza“ di carico, unita all’azione miorilassante del calore blando dell’acqua termale.

La fangoterapia, con azione termica più spiccata e specifica, legata alla natura delle acque termali presenti nello stabilimento, è riservata alle fasi non infiammatorie acute dell’artrosi.

Ausili ortopedici e ortesi

L’uso di bastoni canadesi e di deambulatori tipo “rollator“ consente di ridurre il carico sulle articolazioni di ginocchia e anca, aiutando il cammino sia nelle fasi di riacutizzazione dell’artrosi, sia dopo l’intervento chirurgico.

Terapia chirurgica PROTESICA

Frattura collo del femore
Intervento di protesi d’anca

Quando l’artrosi determina una situazione di cronica e progressiva invalidità e la sintomatologia dolorosa non è più controllabile con la terapia medica, si rende necessaria una terapia chirurgica protesica a cui segue una fondamentale riabilitazione motoria che, nelle prime fasi, avviene in forma domiciliare.

Protesi di ginocchio a seguito di artrosi
Intervento di protesi di ginocchio